Il Fenomeno del Fumetto Nero Italiano: L’Eredità di Diabolik

Da Diabolik ai suoi eredi: come il formato tascabile ha rivoluzionato il fumetto italiano degli anni ’60, creando un genere amato e controverso.


Gli anni ’60 in Italia non furono solo il decennio del boom economico e della Dolce Vita, ma anche un periodo di fermento culturale e editoriale che vide la nascita di un genere destinato a lasciare un segno indelebile: il fumetto nero italiano. Tutto ebbe inizio nel 1962 con la pubblicazione di Diabolik, creato dalle visionarie sorelle Angela e Luciana Giussani. Questo albo, con il suo formato tascabile e le sue trame incentrate su un criminale geniale e spietato, rivoluzionò il mercato e diede il via a un fenomeno editoriale senza precedenti.

Diabolik: Il Pioniere

Prima di Diabolik, il fumetto italiano era dominato da generi più tradizionali, spesso rivolti a un pubblico giovanile e incentrati su eroi positivi. Le Giussani ebbero l’intuizione di rovesciare questa prospettiva, proponendo un antieroe affascinante e amorale che operava al di fuori di ogni codice etico. Diabolik, con la sua compagna Eva Kant, divenne un simbolo di ribellione e trasgressione, attirando un vasto pubblico, inizialmente anche e soprattutto adulto, affascinato da storie ricche di suspense, crimine, mistero e un pizzico di erotismo velato.

Il successo fu immediato e travolgente. Diabolik non solo vendeva centinaia di migliaia di copie, ma generò anche un vero e proprio fenomeno di costume. Il suo stile narrativo rapido e conciso, i disegni essenziali ma efficaci e l’ambientazione cupa e misteriosa contribuirono a creare un’atmosfera unica che catturò l’immaginazione di molti.

Un elemento chiave del successo di Diabolik fu proprio il suo formato tascabile, ideato specificamente per essere facilmente riponibile in tasca. Questa scelta non fu casuale, ma mirava a intercettare i pendolari che si spostavano quotidianamente in treno o in autobus. Un formato pratico e discreto permetteva loro di leggere le avventure del “Re del Terrore” durante il tragitto, trasformando i viaggi in un momento di evasione e adrenalina. Questa intuizione editoriale si rivelò geniale, ampliando enormemente il bacino di lettori e rendendo il fumetto accessibile in ogni situazione.

Esistono quattro edizioni del n. 1 (bordo giallo e bordo rosso) (una del 1962, una del 1963 e due del 1964) e due del n. 2 (bordo giallo e bordo rosso). Il n. 1 è ristampato pressoché identico (ha la copertina su fondo giallo e non bianco, il prezzo racchiuso in un rettangolo e non in un cerchio e il dorso con fondo verde, anziché blu, con il numero nero, anziché bianco, in un riquadro giallo, anziché rosso). Il n. 1 e il n. 2, originariamente disegnati da Zarcone e Kalissa Giacobini, vengono ridisegnati da Luigi Marchesi e da Aulo Brazzoduro e rimessi in vendita nel 1964, datati rispettivamente 1 agosto ed 1 settembre.

L’Esplosione del Genere: I Figli del Fumetto Nero

Il successo stratosferico di Diabolik non tardò a generare innumerevoli imitazioni. Il mercato venne inondato da una miriade di testate che cercavano di replicare la formula vincente, dando vita al cosiddetto “fumetto nero” o “fumetto per adulti”. Tra i più noti e duraturi si ricordano:

  • Kriminal e Satanik: creati da Magnus & Bunker (Roberto Raviola e Luciano Secchi), questi personaggi portarono alle estreme conseguenze la violenza e il cinismo di Diabolik, introducendo elementi ancora più espliciti e macabri. Kriminal era un criminale mascherato ossessionato dalla vendetta, mentre Satanik era una scienziata sfigurata che trasformava la sua intelligenza al servizio del crimine.
  • Gesebel: un esempio di fumetto nero al femminile, che presentava un’eroina spietata e sensuale.
  • Zakimort: alias Freda Garland, bella e ricca ereditiera che indossa i panni della giustiziera per vendicare la morte del padre, ucciso dall’organizzazione criminale che guidava. 

Oltre a questi nomi più celebri, il panorama del fumetto nero pullulava di testate, alcune delle quali, pur meno conosciute al grande pubblico, hanno acquisito nel tempo un elevato valore collezionistico per la loro rarità e l’audacia delle tematiche affrontate. Tra queste gemme nascoste spiccano:

  • Demoniak: Spesso confuso con Diabolik o Kriminal, Demoniak si distingue per le sue trame spesso più cupe e a tratti soprannaturali, con un protagonista ambiguo e tormentato. Le sue prime edizioni sono molto ricercate.
  • Sadik: è un fumetto nero italiano che si distingue dalla massa per la qualità superiore delle sue storie. Ideato da Nino Cannata, è riuscito a emergere dal fenomeno di fumetti neri minori nati sull’onda di Diabolik. Nonostante una pubblicazione travagliata, con sospensioni e cambi di editore, Sadik è diventato uno dei personaggi più amati e ricercati da lettori e collezionisti. Le sue avventure sono spesso affiancate dalla misteriosa e affascinante Loona (tanto bella quanto crudele) e dall’implacabile braccio della legge, Eddie Castle.
  • Spettrus: Tra i fumetti neri di nicchia degli anni ’60, presenta un protagonista decisamente insolito. Lo scienziato Markus Emerson è, infatti, già morto: un esperimento fallito lo ha trasformato in pura energia mentale, un’entità eterea. Da questa sua nuova condizione, Emerson sfrutta poteri sovrannaturali per perseguire i suoi scopi. Il fumetto è stato pubblicato dalla casa editrice Cervinia.
  • Alika: è un fumetto della Cofedit che, nonostante la breve vita editoriale, ha lasciato il segno per la sua ispirazione alla celebre Barbarella di Jean Claude Forest. Questa serie si immerge completamente in un’ambientazione spaziale, offrendo avventure fantascientifiche.

Questi fumetti, seppur con le loro specificità, condividevano diverse caratteristiche comuni con Diabolik: il formato tascabile, il costo contenuto, la frequenza di pubblicazione (spesso settimanale o quindicinale) e, soprattutto, l’ambientazione in un mondo oscuro e pericoloso dove la moralità era spesso ambigua e le figure eroiche tradizionali erano assenti. Le trame erano incentrate su rapine, omicidi, intrighi, vendette e spesso presentavano elementi di horror e sensualità.

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Controversie e Censura

Il fenomeno del fumetto nero non fu esente da controversie. La violenza esplicita e le tematiche considerate scabrose suscitarono l’indignazione di una parte della società, portando a dibattiti accesi e a episodi di censura. Molti albi furono sequestrati, modificati o ritirati dal mercato a causa delle accuse di immoralità e istigazione alla delinquenza. Nonostante ciò, il successo del genere continuò a crescere, alimentato in parte anche dalla pubblicità negativa generata da queste polemiche.

L’Eredità Duratura

Il fumetto nero degli anni ’60 ha lasciato un’eredità profonda nel panorama editoriale e culturale italiano. Ha dimostrato la possibilità di creare storie seriali di successo rivolte a un pubblico adulto, aprendo la strada a nuove forme di narrazione. Ha influenzato generazioni di autori e disegnatori e ha contribuito a sdoganare il fumetto come forma d’arte e di espressione. Ancora oggi, Diabolik continua a essere pubblicato e amato, testimoniando la forza e la capacità di adattamento di un fenomeno che ha saputo intercettare e interpretare i desideri e le paure di un’epoca.

Il fumetto nero è stato uno specchio delle trasformazioni sociali e culturali dell’Italia degli anni ’60, un decennio di grandi cambiamenti e di nuove libertà, ma anche di incertezze e contraddizioni. E tu, quale fumetto nero ti ha affascinato di più?

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