Netflix porta sullo schermo L’Eternauta, fumetto cult argentino: un adattamento visivamente potente ma narrativamente diseguale.
Netflix tenta un’impresa ardua: trasformare L’Eternauta, classico della fantascienza argentina e manifesto politico firmato da Héctor Germán Oesterheld e Francisco Solano López, in una miniserie dal respiro internazionale. Il risultato è un prodotto visivamente affascinante, ma non sempre all’altezza della complessità e della forza simbolica del fumetto originale.
Luci: atmosfera, cast e impegno visivo
La regia di Bruno Stagnaro riesce a restituire un’atmosfera densa e opprimente, perfettamente in linea con l’inquietudine del racconto originario. Ricardo Darín, nel ruolo di Juan Salvo, offre una performance solida, anche se meno sfaccettata rispetto al personaggio cartaceo. La produzione si distingue per un notevole impegno nella costruzione scenica e negli effetti speciali, pur senza strafare.
Ombre: ritmo lento e didascalismo politico
Il maggiore limite della serie risiede però nella sceneggiatura: il ritmo è spesso dilatato, con dialoghi che tendono al didascalico, soprattutto quando si cerca di rendere espliciti i sottotesti politici. Dove Oesterheld suggeriva, la serie spesso spiega; dove il fumetto evocava il terrore della dittatura attraverso metafore e silenzi, la serie sceglie la sovraesposizione.
Questa scelta toglie potenza alla narrazione e riduce l’ambiguità che rendeva l’opera originale così disturbante e profetica. Anche la costruzione dei personaggi secondari risulta meno incisiva: vengono introdotti rapidamente e spesso sacrificati senza un reale approfondimento, perdendo così il senso del collettivo che era alla base del fumetto.
Fedeltà e libertà: un equilibrio instabile
Pur restando abbastanza fedele alla trama generale, la serie tende a semplificare alcune dinamiche fondamentali: il Juan Salvo televisivo ha tratti più eroici e determinati, perdendo parte della vulnerabilità che lo rendeva credibile e universale nel fumetto. Inoltre, alcune scelte narrative sembrano pensate più per l’internazionalizzazione del prodotto che per rendere giustizia alla densità storica e culturale dell’opera originale.
L’Eternauta su Netflix è un’operazione importante e, in parte, coraggiosa. È un primo tentativo, forse inevitabilmente imperfetto, di portare un’opera leggendaria a un pubblico globale. Ma nell’adattare un fumetto che parlava con forza politica e poetica a una nazione ferita, la serie finisce per tradire un po’ la sua anima: nel cercare di spiegare tutto, smarrisce il mistero.
L’Eternauta – Pro e Contro
✅ Pro | ❌ Contro |
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Atmosfera fedele e coinvolgente | Ritmo narrativo lento e disomogeneo |
Ottima interpretazione di Ricardo Darín | Dialoghi spesso didascalici |
Alto livello di produzione e fotografia | Semplificazione dei sottotesti politici |
Fedeltà alla trama originale | Personaggi secondari poco sviluppati |
Coraggio nell’adattare un’opera “intoccabile” | Meno ambiguità e profondità rispetto al fumetto |
